La nuova fase della digital life in Italia

3° Rapporto Wind Tre-Censis

Si è svolta giovedì 8 giugno, presso l’Associazione Civita a Roma, la presentazione del 3° Rapporto Censis sul valore della connettività dal titolo “Vivere e valutare la digital life”, realizzato in collaborazione con Wind Tre.
La ricerca ha evidenziato che per la maggioranza degli italiani la connessione a internet è un diritto sociale, come la sanità o la previdenza. Lo studio analizza inoltre il possibile modello di finanziamento per garantire questo obiettivo. Contestualmente, dal rapporto emergono anche le aspettative e le preoccupazioni sulle nuove tecnologie, a cominciare dall’Intelligenza Artificiale (IA).
La maggioranza degli intervistati si attende notevoli benefici dalla digitalizzazione, ad esempio nella formazione, nella sanità e nella gestione della vita urbana. Tuttavia, in alcuni gruppi sociali più vulnerabili, emergono anche paure legate alla ridotta conoscenza delle nuove tecnologie digitali. Il rapporto, quindi, richiama non solo l’importanza di garantire l’accesso a Internet senza discriminazioni, ma segnala anche l’urgenza di promuovere una maggiore educazione digitale per consentire a tutti i cittadini di utilizzare consapevolmente i device e navigare in sicurezza sul web e di fornire una comunicazione semplice ed efficace sulle opportunità e i rischi di Internet.
Roberto Basso, Direttore Relazioni Esterne e Sostenibilità di Wind Tre ha commentato: "Nel nostro Paese il traffico di un gigabyte di dati ha il prezzo più basso al mondo dopo Israele. Anche per questo gli italiani possono accedere facilmente a tutte le nuove tecnologie digitali e guardare al futuro con fiducia. Infatti, il 67,4% considera le nuove tecnologie un’opportunità’.
‘D’altra parte, anche a causa di questi prezzi gli operatori hanno registrato nel 2022, per la prima volta, flussi di cassa negativi per 4 miliardi, come ha ricordato oggi la direttrice di Asstel Laura Di Raimondo. E questo dato annuncia una possibile contrazione degli investimenti. Ben venga l’intervento pubblico con i 6 miliardi in cinque anni del PNRR ma nello stesso periodo l’industria mette sul piatto più di 35 miliardi, quindi 6 volte tanto’.
‘I consumatori ignorano questo rischio e le conseguenze sulla possibilità di avere servizi all’avanguardia anche in futuro, mentre si dimostrano consapevoli dei rischi sociali di alcune tecnologie e il 61,6% chiede una moratoria nello sviluppo dell’intelligenza artificiale, come ha ricordato il Segretario Generale del Censis Giorgio De Rita’.
‘Dal dibattito di questa mattina però è emersa anche l’urgenza di uno sforzo straordinario sul piano educativo, per la formazione del capitale umano. 4 italiani su 5 sanno che circolano troppe fake news e nell’85,8% dei casi chiedono una informazione scientifica di facile comprensione. È una responsabilità di cui noi ci facciamo carico, conclude Basso, con progetti di educazione digitale e mediatica come NeoConnessi, che attraverso le scuole ha raggiunto più di un milione di ragazzi della primaria. Ma in questo campo è indispensabile l’investimento pubblico’.
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